Cristina di Svezia

Biografia


Alla morte di Re Gustavo Adolfo nel 1632, Cristina prese il suo posto e, per espressa volontà del padre, venne abituata ed educata come un maschio. Sotto la reggenza sino al 1644, si occupò poi direttamente e bene degli affari dello stato. Dopo la pace di Vestfalia si dedicò alle letture filosofiche e letterarie predilette, chiamando a Stoccolma i più celebri uomini di cultura del tempo ma trascurando il governo che andò in mano di favoriti, con malcontento del paese. Subì una profonda crisi religiosa che la indusse a convertirsi al cattolicesimo nel 1654 e ad abdicare in favore del cugino Carlo Gustavo, re Carlo X. Lasciò subito la Svezia temendo le vendette dei protestanti, si recò in Olanda, in Austria, poi in Italia: a Roma, 1655, fu accolta con molto onore e curiosità. Risiedette in Palazzo Farnese e dopo aver errato nuovamente per l'Europa, facendo anche per brevi periodi (1660 e 1667) ritorno in Svezia, ritornò a Roma e si stabilì a palazzo Corsini, dove fu al centro di una notevole attività culturale. Fondò l'Accademia Reale, nucleo originario della famosa Arcadia. Si interessava di archeologia, di scultura, di pittura ed aveva una grande passione per l'alchimia e per il teatro. Cristina di Svezia rimase a Roma fino alla sua morte e malgrado la sua condotta non fosse stata esemplare, le venne concessa la sepoltura in San Pietro, le misero una maschera d'argento ed una corona da regina sulla testa.

Ritratto di Cristina di Svezia, Jacob Henry Elbfas (1600-1664)

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