In pieno Rinascimento, dallo stereotipo medioevale
della donna dal fisico sottile, con i fianchi stretti e il seno piccolo, si
ritorna all’ #ideale di bellezza delle veneri greche dalle forme rotondeggianti.
Il Rinascimento recupera il modello classico, donna come incarnazione della
virtù, in quanto figlia, moglie e madre. Nel Rinascimento italiano il
comportamento e l’aspetto della donna erano percepiti come un riflesso dello
status dell’uomo che avevano accanto. Per #bellezza
si intendeva un corpo formoso, fianchi pieni e seni grandi. La pelle doveva
essere pallida e le guance color fragola, i capelli biondi e lunghi. E’
sintomatico che al nuovo ideale Cinquecentesco, che propone una donna piena e
formosa, corrisponda anche, nei ceti sociali più elevati ovviamente, la
diffusione di nuove abitudini alimentari, ricche di grassi e di zuccheri, come
si deduce dai libri di cucina del tempo.
La figura femminile che compare nella parete ovest
rispecchia fedelmente questo ideale, esibisce il suo corpo formoso, una
‘Venere’ impegnata nell’allestimento del #banchetto per celebrare le nozze di
Amore e Psiche e che occupa quasi il centro della scena.
Questo stereotipo, come si può vedere nel video, è cambiato nel corso dei secoli, eppure, arrivando alle nostre mondine, due sono le caratteristiche rimaste immutate: il corpo formoso e la carnagione chiara. Le mondine non a caso indossavano il grande cappellone per evitare di abbronzarsi ed essere quindi definite ‘campagnole’. Gli stereotipi mutano, le mode si ripetono, e sulla passerella Fall 2007 di Vera Wang, ecco spuntare il fazzolettone legato in testa, come quelli che portavano le belle lavanderine delle cantilene infantili o le mondine delle risaie celebrate dal neorealista De Santis. #video
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